NEO PREISTORIA

NEO PREISTORIA

La mostra percorre il lungo cammino che collega gli strumenti dell’antica preistoria alle moderne nano-tecnologie; un percorso sospinto dall’impulso di “100 verbi” e “100 strumenti” che come flussi di energia vitale e misteriosa, guidano lo spettatore attraverso le tenebre della storia e di uno spazio infinito.

 

In occasione della XXI Esposizione Internazionale, la Triennale di Milano presenta la mostra dal titolo “Neo Preistoria – 100 Verbi”.

Il pensiero artificiale segna oggi l’inizio di una nuova antropologia, una nuova fase dell’evoluzione umana di cui, come nell’antica preistoria, non  conosciamo il destino complessivo ma soltanto i singoli salti nel buio. Questa perdita di direzione accompagna ancora oggi l’estrema vitalità e fertilità del pensiero e della tecnologia umana, che caratterizza sia gli strumenti di morte che l’estensione della vita verso un futuro tutto da esplorare. La mostra non si propone dunque di indagare il Futuro, ma piuttosto di guardare il Presente e le sue componenti geniali e pericolose. La mostra percorre il lungo cammino che collega gli strumenti dell’antica preistoria alle moderne nano-tecnologie; un percorso sospinto dall’impulso di “100 verbi” e “100 strumenti” che come flussi di energia vitale e misteriosa, guidano lo spettatore attraverso le tenebre della storia e di uno spazio infinito. Fino a giungere alle attuali frontiere della ricerca scientifica, volta a espandere la sopravvivenza umana attraverso la produzione dei pezzi di ricambio del nostro organismo. Il XXI secolo, ancora così poco esplorato, rappresenta in questo senso una nuova preistoria, quando il destino complessivo dell’umanità non aveva una direzione precisa e gli oggetti possedevano molti significati, dalla funzione pratica al valore rituale e magico. Il pensiero artificiale segna oggi l’inizio di una nuova antropologia, una nuova fase dell’evoluzione umana di cui, come nell’antica preistoria, non  conosciamo il destino complessivo ma soltanto i singoli salti nel buio. Questa perdita di direzione accompagna ancora oggi l’estrema vitalità e fertilità del pensiero e della tecnologia umana, che caratterizza sia gli strumenti di morte che l’estensione della vita verso un futuro tutto da esplorare. La mostra non si propone dunque di indagare il Futuro, ma piuttosto di guardare il Presente e le sue componenti geniali e pericolose. (Andrea Branzi)

 

L’umanità ha sviluppato le proprie abilità mediante gli utensili; contemporaneamente, mediante gli utensili ha accresciuto i suoi desideri, per cui la “storia dei desideri” dell’uomo si può intendere come “storia degli utensili”. Per questa mostra sono stati scelti ed esposti cento utensili e cento verbi dal periodo che va dall’Era della pietra al mondo contemporaneo. I verbi indicano le attività umane, cioè i desideri diventati parole e pertanto col presentare allineati utensili e verbi è possibile volgersi a guardare il percorso dei desideri umani in modo facilmente comprensibile. La storia dell’uomo è stata tracciata da una serie di mutamenti religiosi, politici tecnologici ed economici, ma in questa mostra tali trama e ordito che intessono la storia sono stati del tutto omessi. Si cerca cioè di osservare la storia dell’umanità puramente da un punto di vista completamente libero dai fattori della religione, della tecnica, dell’ideologia, della razza e così via. Ora che nel XXI secolo stiamo andando verso l’era dell’intelligenza artificiale è assai importante riflettere su quale evoluzione avrà l’umanità e in quale situazione si verrà a trovare. La mostra Neo Preistoria – 100 Verbi rivede la storia dell’umanità da un punto di vista generale e nel senso di accertare su quali basi ci troviamo fa epoca ed esprime il messaggio di Design after Design della Triennale 2016. Ritengo molto importante aver potuto realizzare questa mostra in collaborazione con il designer e teorico del design Andrea Branzi. Innanzitutto fissate gli occhi sugli oggetti dell’Era della pietra: i primi utensili che l’uomo è riuscito a creare vivono nella mano dell’uomo di oggi, forse vi sono riflessi la stessa intelligenza, gli stessi errori. Nello stesso tempo sono molto belli e in quella bellezza – penso – si può forse leggere il destino e il futuro dell’umanità. Mi auguro che possiate da essi immaginare quale potrà essere il futuro che aspetta l’umanità. (Kenya Hara)

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